La comunità di lettori cooperativi si fa sempre più numerosa! Eccoci arrivati al terzo Capitolo dei consigli di lettura dei cooperatori che hanno risposto all’iniziativa lanciata dal Dipartimento Cutlurmedia Legacoop Toscana.
Rinnoviamo l’invito a segnalare a [email protected] da 1 a 3 titoli di libri che vi sono particolarmente cari spiegando il perché con una breve recensione. I consigli di lettura saranno pubblicati su questo sito e sulla pagina Facebook di Legacoop Toscana.
Capitolo 3
- Eshkol Nevo, La simmetria dei desideri, Beat edizioni
Capita di leggere storie generazionali in tempi sbagliati, e temevo che andasse così in questo caso; una storia di poco più che ventenni letta a 40 anni. E invece il libro mi è cresciuto dentro come un ramo verde. Una finale dei campionati di calcio vista insieme agli amici di sempre, alla fine della quale scocca una promessa, che viene scritta su un biglietto. Un legame che diventa un collante fra le loro vite intrecciate, fatte di sogni, racconto nel racconto, grandi aspirazioni, miseri sproloqui, giuramenti e amori, a cavallo del nuovo millennio. E’ un romanzo intenso che tiene insieme il valore dell’amicizia fra ragazzi di vent’anni o poco più che crescono in un Israele contraddittorio, talvolta lontani, talvolta vicini, ma sempre legati da un divertente filo teso nel racconto di uno di loro, Yuval, che sa tutto, che ama la loro storia come se stesso e ci fa conoscere Ofir, Churchill e Amichai così da vicino che sembrerà strano, dopo aver finito l’ultima pagina, non trovarseli accanto. E capire grazie a loro, che vuol dire il titolo, che per tutto il tempo è sembrato stonato. - Judith Schalansky, Atlante tascabile delle isole remote, Bompiani
Io l’ho fatto centinaia di volte, prendere il mappamondo e farlo girare, poi, ad occhi chiusi (o quasi) fermarlo con l’indice e andare a vedere dove fossi capitato. Nel mezzo al Pacifico o nel pieno della foresta tropicale? Da lì partivo con storie di avventure che mi vedevano quasi sempre protagonista glorioso, soprattutto perché dotato di mitra formidabili. Poi, un giorno, tempo dopo, su un aereo, ho visto “Cast away”, film che – oltre ad avermi colpito indelebilmente – mi ha lasciato una curiosità insana per i posti sperduti e isolati, alla vita che ci si possa condurre, non tanto da naufraghi, ma da abitanti. All’isolamento remoto, tale da interrompere i legami abituali con il tempo lo spazio e le istituzioni, fornendone di nuovi, potenzialmente adatti a costruire modi di essere comunità assolutamente eterogenei dai nostri abituali. La storia della prima volta che qualcuno sbarca su un’isola, in mezzo al pacifico magari a 2970 km dal più vicino lembo di terra a me dà la stessa emozione di uno sbarco sulla luna. Tutti gli oceani, tutte le latitudini, l’importante è che siano sperdute e lontane da tutto, e con nomi che poi rimangono in testa: Pitcairn, Banaba, Tromelin, Solitudine, Tristan da Cunha: 50 isole raccontate in piccoli haiku di massimo due pagine, con una pagina dedicata alla mappa, alla storia in breve e alle distanze dal resto del mondo, formando un mix irresistibile, che a me l’ha fatto finire in poco più di due sere. L’autrice, poetica e documentata, non c’è mai stata e non ci andrà mai, dice. Ma in cambio ci regala infiniti spazi dove ospitarci con le sue storie “vere” perché frutto di accadimenti reali, racconti tramandati e fantasia; quella che ci vuole per immaginarsi una vita lì, fra cieli infiniti, bestie rare e uomini fuori dal mondo. - Florian Illies, 1913 Un’altra storia, Marsilio
In genere, la vigilia di eventi di peso, vista rigorosamente col senno di poi, pare l’apice di una spezzata nella parte alta del grafico: massima espansione, massima illusione, massimo di tutto, in positivo e in eccessi. La vigilia del crollo di Lehman Brothers, la vigilia dell’11 settembre, la vigilia della conquista di Troia. Uno scaltro e originale storico dell’arte tedesco decide di dedicare un bel po’ di anni a studiare non – che so? – l’espressionismo tedesco, non le influenze dei preraffaelliti sull’Art Nouveau, bensì il 1913, sì, proprio l’anno 1913, l’anno prima della tempesta, come recitava il titolo del precedente testo dello stesso autore. Un anno, spulciato di aneddoti e fatti da gennaio a dicembre, mese per mese, con un nugolo di personaggi e eventi, tutti reali, nella politica (compare un pittore squattrinato che vende acquerelli scadenti a Vienna, di nome Adolf), soprattutto nell’arte (meraviglioso fra i tanti il Kokoschka che per Alma Mahler ha perso il cervello e ha dipinto un enorme ritratto di loro due avvinghiati in un amplesso), ma anche nella musica (alla prima della “sagra della primavera” di Stravinskij a Parigi in sala c’erano un accaldato D’annunzio, Marcel Duchamp, Maurice Ravel, Claude Debussy e Coco Chanel, che di lì a poco diventa l’amante del compositore russo). Tutto così, come fogli di un calendario, nella vaga aura di una triste ma a suo modo spensierata vigilia di un qualcosa di imprevedibile che incombe come una nuvola nera su tutti (la Grande Guerra) i cui primi goccioloni sono le nevrosi dei personaggi (compresi Freud e Jung), i loro capricci e le loro impuntature solipsiste. Con i migliori estri e geni del ventesimo secolo che sono indaffarati a scrivere lettere allucinate ad amanti trasfigurate (Kafka), brancolare nell’entusiasmo ideologico delle prime prove di scrittura (Brecht) e venir congedati da bibliotecari per disturbi mentali ma, non perdendosi d’animo, cominciare il romanzo che forse tuttoggi meglio ci parla di quel periodo: “L’uomo senza qualità” (Musil), l’800 si può dire concluso in quel dicembre 1913 e comincia inesorabile, sulle ali di una leziosa felicità nervosa, il “Secolo Breve”.
(Olmo Gazzarri – Legacoop Toscana)
- John Steinbeck, Uomini e Topi
L’autore ha una capacità straordinaria di rendere quasi tangibile i sentimenti umani più intimi, le ombre, i desideri nascosti, quelli difficili che uno non ammetterebbe mail, ma anche quelli più comuni e apparentemente banali…con la sua narrativa diventano forti e potenti, sfumature, dettagli che cambiano i destini dei protagonisti. Questo romanzo in particolare mi è caro perché va a toccare anche i temi della diversità e della complessità dell’amore. - Gabriel Garcia Marquez, Cent’anni di solitudine
Dopo averlo iniziato mille volte senza riuscire a leggerlo, un’estate iniziai e lo lessi tutto d’un fiato. Da allora è rimasto per me “il mio libro del cuore”. Il meraviglioso e il reale mischiati insieme da personaggi che sfuggono qualsiasi categoria ma che restano indimenticabili per la loro forza e la loro bellezza. Un tempo che confonde e che frantuma qualsiasi logica lineare del suo scorrere o forse del suo non scorrere in un attimo infinito…ossimoro tra i tanti. - Sabina Colloredo, Io, Cleopatra
Questa è stata una piccola scoperta recente. Il libro lo avevo comprato per leggerlo a mia figlia per poi scoprire che mentre lo leggevo mi commuovevo per la sua poesia e delicatezza mentre mia figlia già dormiva da un pezzo. È la storia di Cleopatra bambina, raccontata con incredibile poesia dall’autrice. Una storia che parla d’amore, tenacia, giustizia….per lettori/lettrici dai 9 anni a molti di più 😉
(Francesca Cappelletti – Betadue)
- J. R. R Tolkien, Lo Hobbit. Un viaggio inaspettato, Bompiani, ed. 2012
La pietra miliare del genere fantasy. Un libro capace di trascinare il lettore altrove, in mondi magici in cui tutti vorrebbero rifugiare. Un fantastico racconto capace di dimostrare che, se si trova il coraggio di lasciarsi andare, anche la persona più piccola e indifesa può fare la differenza; una splendida lettura per evadere temporaneamente da questo difficile momento.
(Samuele Lazzeri e Mattia Rossi – Terre dell’Etruria)
- Rossano Pazzagli – Gabriella Bonini, Italia contadina. Dall’esodo rurale al ritorno alla campagna, Aracne 2018
Il volume propone una sintesi del declino del settore agricolo e apre uno squarcio di luce sulle possibilità di rinascita del mondo rurale, tra abbandoni e ritorni. È l’invito a un nuovo protagonismo e a una ritrovata dignità dell’Italia contadina.
(Stefano Berti – Terre dell’Etruria)
- Antonello Magnano, Lo sfruttamento nel piatto. Quello che tutti dovremmo sapere per un consumo consapevole, Laterza 2020
Una lente di ingrandimento sulle forze che gravitano attorno e attraverso le filiere agroalimentari; un testo che permette di riflettere sul potere del cibo all’interno della nostra società, non solo dal punto di vista nutrizionale bensì, anzi soprattutto, dal punto di vista politico e sociale.
(Azzurra Meucci – Terre dell’Etruria)
Rileggi:
#lettoricooperativi: Capitolo 1
#lettoricooperativi: Capitolo 2