Domenica 9 agosto alle ore 10 si è svolta, sulla banchina Natino di Viareggio, la cerimonia di inaugurazione del nuovo mercato ittico, o meglio, della nuova struttura per la valorizzazione e la promozione del pescato locale. Al taglio del nastro erano presenti il Sindaco di Viareggio Giorgio del Ghingaro, l’Assessore regionale all’Agricoltura e alle Politiche del Mare Marco Remaschi, il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani, Il segretario generale dell’Autorità Portuale regionale Fabrizio Morelli e il Comandante della capitaneria di Porto di Viareggio Gianluca Massaro. Dopo ben 13 anni la struttura è stata terminata.
Negli anni 60 il mercato all’ingrosso funzionava all’interno dei locali dell’attuale museo della Marineria lungo il Canale Burlamacca, dal quale questa mattina sono partiti i pescherecci e le barche da pesca che hanno portato le autorità e i giornalisti presso la banchina Natino dov’è ubicata la nuova struttura.
L’attività di mercato all’ingrosso è sempre stata rilevante avendo Viareggio una tra le flottiglie pescherecce maggiori d’Italia. Fino al duemila la flottiglia era composta nella stragrande maggioranza di imbarcazioni a strascico e, successivamente, assieme a questa si è sviluppata una numerosa e organizzata flottiglia di imbarcazioni di piccola pesca. Proprio nei primi anni 70 nacque la discussione e poi l’idea progettuale di cambiare sede ipotizzando un incremento considerevole del settore e di risolvere i numerosi problemi logistici di uno spazio molto limitato e per altro inserito nel contesto urbano, con tutti le quotidiane proteste per i rumori e il chiasso che le aste mattutine creavano agli abitanti.
La progettualità del nuovo mercato, quello che viene abbandonato a favore di questa nuova struttura, fu molto ambiziosa prefigurando un progressivo ed incessante sviluppo del settore. Il vecchio mercato ittico fu realizzato nel 1983, dopo anni di discussioni a partire da metà anni 70 e dopo un lungo periodo di lavoro.
Il progetto di questa nuova struttura appena inaugurata nasce invece dall’accordo stipulato tra la marineria peschereccia e l’Amministrazione Marcucci. L’accordo partiva da due necessità fondamentali: la prima era il dimensionamento del settore, la crisi che lo stava investendo da anni e l’avvio della politica europea della pesca; la seconda era il periodo di grande sviluppo del settore della nautica con un oggettivo bisogno di nuovi spazi. Sulla base di ciò la marineria chiese di avere una struttura più dimensionata, di superare la logica dei mercati all’ingrosso ingabbiati da una normativa rigida e antiquata e tutti sostanzialmente in perdita, di avere invece a disposizione spazi per poter sviluppare le attività nuove: dal pescaturismo all’ittiturismo, dalla formazione e informazione alla promozione e degustazione del pescato locale puntando sulla valorizzazione di quelle specie dimenticate o rigettate dal consumo e dal mercato tradizionale. A queste esigenze si accompagnava la necessità di poter concepire la commercializzazione a 360 gradi: dall’ingrosso al dettaglio, dai circuiti ecosolidali alla grande distribuzione. Nel 2007, dopo la definitiva approvazione del piano regolatore Portuale, l’amministrazione Marcucci licenziò la delibera con la quale si approvava il progetto del nuovo mercato impegnando risorse regionali già stanziate e da subito disponibili per 2 milioni e mezzo.
I 13 anni successivi sono passati tra un Commissario Prefettizio e l’altro con l’impossibilità di portare a termine la struttura. La marineria si è adoperata per fare in modo che importanti risorse regionali per la pesca venissero positivamente utilizzate per l’acquisto dell’asta elettronica, della macchine del ghiaccio e di altre importanti attrezzature rimaste imballate per diversi anni.
Non solo, è stata costituita una Organizzazione dei Produttori sotto forma cooperativa che riunisce tutte le cooperative di pesca e tutte le imprese singole rappresentando la stragrande maggioranza della pesca e del pescato locale che aderisce a Legacoop, a Confcooperative e a Coldiretti. La cooperativa OP la Cittadella della Pesca è stata riconosciuta come Op dallo Stato italiano. Oggi assieme alla consegna della nuova struttura e in attesa dell’affidamento i pescatori festeggiano, consapevoli che tra pochi giorni dovranno misurarsi concretamente con tutte le problematiche della gestione e del funzionamento delle varie attività: ci sono le competenze e le professionalità adatte, ci sono le risorse per gli investimenti. Soprattutto c’è la consapevolezza del passo nuovo che farà diventare il pescatore qualcosa di più: un imprenditore ittico che occupa interamente la filiera e garantisce il prezzo giusto al consumatore e al produttore, saltando quella complessa e spesso vorace catena di intermediazione che sfrutta il pescatore con prezzi da fame e lucra sul consumatore sul quale scarica un lautissimo sovrappiù.
A cura di Niclo Vitelli