Si tratta di 40 piccoli appezzamenti di terreno, pensati come luoghi di comunità e di benessere per favorisse lo stare insieme, il passare il tempo all’aria aperta e il cibo sano.
Quattro sono stati assegnati alle scuole per progetti didattici, 7 saranno destinati dalla cooperativa a progetti terapeutici ed educativi in collaborazione con le associazioni del territorio.
Dei ventinove spazi disponibili per i cittadini (nelle zone di Ponzano e Carraia), dodici sono stati assegnati a donne e diciassette a uomini.
In particolare, la cooperativa Minerva gestirà tre orti, adibiti alla realizzazione di un progetto innovativo che coinvolga anziani fragili con demenza e Alzheimer e persone con disabilità.
“Il successo del bando degli orti sociali ci fa capire che quando lavoriamo come distretto dell’economia civile ovvero progettando insieme, pubblico e terzo settore, i risultati arrivano. Dei 29 spazi disponibili – spiega l’assessore alle politiche sociali Valentina Torrini – abbiamo assegnato 9 orti a chi ha tra i 30 e i 40 e 5 a chi ha tra i 41 e i 50 anni, 12 orti a donne e 17 a uomini. Abbiamo costruito quindi un progetto capace di favorire la coesione sociale, consolidare i legami tra persone che appartengono a generazioni diverse, ma anche tra persone di diversa origine sociale e nazionalità. L’orto sociale sarà uno spazio dove sentirsi a proprio agio, passeggiare, seminare, ma anche semplicemente trascorre il tempo e quindi migliorare la qualità della vita delle persone che lo frequentano. Grazie alle scuole che partecipano, il progetto ci consentirà anche di educare i più piccoli ad uno stile di vita eco-sostenibile. Voglio ringraziare la Cooperativa Minerva, che ha lavorato insieme a noi con grande attenzione e professionalità”.
“Abbiamo da subito interpretato la gestione degli orti sociali come una scommessa, un modo per coniugare la passione per la terra al mondo della cura – ha detto Cristina Dragonetti, presidente della Cooperativa Minerva –. Nei tre spazi a nostra disposizione a Carraia vorremmo infatti realizzare un orto adatto a persone affette da demenza, alzheimer e disabilità per sperimentare una modalità di assistenza che esca delle mura domestiche e rinsaldi il rapporto con la natura. Vorremmo poi far legare tra loro le associazioni e gli ortisti, mettendo in piedi gesti di solidarietà e destinando le eventuali eccedenze alle spese sospese attive in città. Al comitato ortisti vorremmo poi proporre un programma di approfondimenti per un’alimentazione sana, sul km0. Gli orti sociali in questo modo diventerebbero un luogo centrale anche per il distretto dell’economia civile che si sta costituendo a Empoli“.