714 occupati (42% laureati), le donne sono il 91% degli addetti, il tasso di crescita negli ultimi 15 anni è stato del 345%, impresa locale con il 94% degli occupati che risiedono nella provincia di Arezzo, i giovani tra i 20 e i 30 anni rappresentano il 20% dell’occupazione totale, le donne sono l’84% del gruppo dirigente.
È quanto emerge dal Bilancio sociale Koinè, che riassume anche i servizi gestiti dalla cooperativa sociale: 23 per anziani con 725 utenti giornalieri; 23 per persone con disabiità (615), 8 di salute mentale di comunità (278 utenti), 34 per l’ infanzia (1.153 utenti), 7 i servizi per il diritto all’istruzione con 470 utenti giornalieri.
Questi e molti altri numeri sono stati discussi nelle 4 assemblee dei soci che si sono svolte nelle settimane scorse. 4 argomenti: psichiatria, disabilità, infanzia e anziani. Il 4 novembre la sintesi finale del Bilancio sociale Koinè con un seminario nel centro di aggregazione sociale Tortaia in via Alfieri ad Arezzo e una tavola rotonda con i soggetti della comunità locale.
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“Le imprese cooperative sociali sono imprese strane – ricorda Paolo Peruzzi – . Attraverso l’azione imprenditoriale e la leva economica perseguono lo sviluppo sociale delle comunità locali in cui operano. Se creare lavoro di qualità è un obiettivo fondamentale, altrettanto rilevante è l’impatto sociale che si produce nella vita delle persone. Il Bilancio sociale serve, appunto, a misurare e pesare i risultati conseguiti sotto questo profilo in termini di incremento della coesione sociale, delle possibilità di inclusione, di contrasto alla emarginazione, di migliore personalizzazione dei servizi, di concreta partecipazione alla preservazione ed estensione dei beni comuni, in breve di concorso alla elevazione della giustizia sociale”.
Il Presidente Peruzzi sottolinea le diversità delle imprese sociali: “Ascolto, empatia e fratellanza invece che mercato, collaborazione invece che competizione, amministrazione condivisa invece che gare d’appalto, progetti e cittadinanza attiva invece che urli e mugugni, attenzione agli interessi generali invece che premi alle corporazioni ed alle lobby, senso dell’urgenza delle risposte ai bisogni invece che rassegnazione al declino per un nuovo patto sociale di comunità senza il quale la sfida del futuro rischia di essere persa in partenza”.