È stato firmato in Regione Toscana un protocollo di intesa mirato ad arginare le conseguenze della vertenza Bekaert e che punta a rappresentare anche un “modello” di gestione delle crisi da esportare oltre il Valdarno. L’intesa è stata firmata dalla Regione Toscana con i 14 Comuni dell’area, le rappresentanze sindacali e le categorie economiche: Cgil, Cisl, Uil, Confesercenti, Legacoop Toscana, Confcooperative Toscana Nord, Confindustria, Cna.
La Toscana sperimenta un nuovo approccio e innesta la ‘concertazione locale’ nella comunità territoriale, considerata vero perno per fronteggiare le emergenze del lavoro. Gli ambiti privilegiati di azione sono l’esplicita individuazione del capitale umano e il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Fondamentale in quest’ottica è la costituzione di un canale informativo coordinato da Arti per raccogliere le opportunità occupazionali dal territorio a cui dare tempestiva risposta, anche mobilitando alcuni strumenti pubblici quali, tra gli altri, l’avviso pubblico per l’assegnazione di contributi ai datori di lavoro privati che assumono lavoratori interessati da licenziamenti collegati a crisi; l’avviso pubblico per l’assegnazione di voucher individuali ai lavoratori a copertura delle spese di trasporto; il rifinanziamento e la proroga dei bandi per l’erogazione di voucher Formativi individuali o per la presentazione da parte delle imprese di progetti per la Formazione continua per l’aggiornamento e la riqualificazione professionale.
“Una bella iniziativa che ha visto il nostro Dipartimento sul lavoro e l’assessora Nardini riuscire a legare categorie economiche, rappresentanti sindacali e sindaci del Valdarno fiorentino e aretino – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – , così da creare una macro area come prospettiva di reinserimento nel mondo del lavoro per chi ha vissuto la chiusura dell’azienda”.
“Oggi firmiamo un protocollo che definisce un metodo innovativo – ha affermato Alessandra Nardini -. Obiettivo è rimarginare la ferita dolorosa inferta al Valdarno e alla Toscana dalla chiusura dell’ex Bekaert. Da un lato continuiamo a insistere affinché si lavori incessantemente, a partire dal Mise, per la reindustrializzazione di quel sito. Dall’altro ci impegniamo sulla formazione per far sì che lavoratrici e lavoratori non ancora rioccupati o occupati non stabilmente possano trovare una prospettiva occupazionale stabile, perché la formazione è una leva essenziale per l’occupazione: parliamo di aggiornamento delle competenze e riqualificazione. Nessuna e nessuno di loro deve essere lasciato solo. Oltre agli strumenti che mettiamo in campo, abbiamo deciso di rispondere al bisogno di migliorare l’incrocio domanda-offerta di lavoro proprio grazie al contributo importante e prezioso delle parti sociali tutte”.
“Il punto è dare una nuova speranza ai lavoratori che hanno subito un’ingiustizia profonda e le istituzioni, facendo qualcosa di inedito, hanno provato a mettersi in campo e a mettere insieme i vari soggetti con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”. Così Valerio Fabiani, che ripercorre le vicende che hanno segnato dal 2018 a oggi ex dipendenti della multinazionale belga. “Da allora si sono alternati ammortizzatori sociali e processi di ricollocazione fino allo scorso luglio quando l’azienda, nonostante l’opposizione e la protesta delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali ha deciso licenziare gli ultimi 110 lavoratori rimasti in forza (inizialmente erano 318)”. Ed è stato allora, continua Fabiani, “che le istituzioni hanno messo in campo l’impegno che con la collaborazione di sindacati e associazioni di categoria è giunto alla sottoscrizione del Protocollo”. Si procede verso la ricollocazione dei lavoratori rimasti inoccupati anche se quest’attività, spiega Fabiani, in realtà è già iniziata: “Molti hanno purtroppo contratti a tempo determinato: per questo stiamo lavorando sia per una nuova occupazione degli ultimi 26 disoccupati sia per la stabilizzazione di quelli con contratti a tempo determinato, impegnandoci presso le aziende che li hanno assunti anche utilizzando i nostri strumenti, come gli l’incentivi per l’assunzione”.
La sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai ha parlato a nome dei sindaci dei 14 comuni firmatari: “In questi mesi, insieme ai sindaci del Valdarno fiorentino e aretino e della Valdisieve, abbiamo lavorato sul protocollo con più obiettivi: la ricollocazione dei lavoratori ex Bekaert (e, più in generale, di tutti quei lavoratori oggi coinvolti da situazioni di crisi aziendali), il rilancio del territorio, la reindustrializzazione dell’area. Una soluzione per il rilancio industriale di tutta l’area ex Bekaert è l’unica strada sia per garantire nuovi posti di lavoro per il territorio, favorendo lo sviluppo economico della vallata, ma anche per dare una possibilità di reimpiego a quei lavoratori ex Bekaert ancora non ricollocati. Per queste ragioni è strategico strutturare un’azione combinata tra tutti gli enti coinvolti, i sindacati e le categorie economiche. Attraverso questa sinergia, sancita oggi dal protocollo, e grazie al lavoro dei centri per l’impiego, nei mesi scorsi è stato possibile il reimpiego di decine di lavoratori coinvolti dalla vertenza. Ora serve una risposta per tutti coloro che sono ancora in carico e un investimento credibile per la reindustrializzazione di tutto lo stabilimento. Su questo dovremo continuare a concentrarci nei prossimi mesi, anche chiedendo nuovamente il coinvolgimento del Ministero per lo Sviluppo economico.”