Il movimento cooperativo di Legacoop Toscana e la rappresentanza sindacale della Cgil Firenze vogliono rafforzare la propria collaborazione per ottenere risultati duraturi in termini di sviluppo e tutela, non solo per i propri soci e iscritti ma per tutta la comunità fiorentina.
Firenze non è immune dalle crisi demografiche, economiche e sociali succedute negli ultimi anni: in particolare la profonda crisi del lavoro determinata dall’affermazione della rendita come asset principale della concentrazione della ricchezza e dell’amplificarsi delle disuguaglianze.
Se l’overtourism fondato sulla rendita ha creato lavoro povero, anche l’azione degli enti pubblici è andata nella medesima direzione. Questi si sono progressivamente svuotati di capacità progettuale, arrivando ad esternalizzare non tanto per migliorare il servizio offerto, quanto per avere un mero risparmio economico, obbligando di fatto le società appaltatrici ad abbassare il costo del lavoro e quindi gli stipendi delle persone.
La storia e le comuni radici del movimento cooperativo e sindacale si fondano sul valore del lavoro e della qualità sociale, quale chiave a cui Cgil e Legacoop vogliono siano ispirate le politiche pubbliche dell’area metropolitana, per questo ritengono urgente avanzare a chi amministra o si candida a farlo in vista delle prossime elezioni comunali alcune proposte concrete in grado di “Ripensare Firenze”, per stimolare un percorso di inversione di tendenza superando il modello della rendita, valorizzando il lavoro e riducendo le diseguaglianze, andando verso un miglioramento della qualità dello sviluppo. Le proposte sono state lanciate oggi pomeriggio durante l’iniziativa Cgil Firenze-Legacoop Toscana presso l’Sms di Rifredi “Ripensare Firenze – Lavoro e cooperazione” (a cui hanno partecipato tra il pubblico esponenti della politica, delle Istituzioni e delle categorie economiche della città) e sono le seguenti:
Contro la svalorizzazione del lavoro
– Risorse e regole per gli appalti pubblici contro il lavoro povero – basta con le gare al “massimo ribasso”: per l’applicazione dei corretti contratti collettivi nazionali e la garanzia di clausole sociali.
– Attenzione alla legalità del lavoro e qualificazione delle condizioni di lavoro nelle filiere delle controllate pubbliche (logistica merci, filiera dei rifiuti, etc.).
– Mercafir: protocollo per la legalità e la corretta applicazione dei contratti di lavoro, riqualificazione industriale al fine di renderlo un hub per la logistica sostenibile ed un volano per la transizione green dei processi produttivi e distributivi in città.
– Promozione di piattaforme digitali di servizi per lo sviluppo di una economia di prossimità sostenibile, valorizzando le cooperative di logistica tradizionale e nuove forme integrate di ciclologistica ultimo miglio.
Per la tenuta sociale e l’abitabilità della città
– Regolamentare e contenere il fenomeno degli airbnb anche oltre l’area Unesco.
– Recuperare immobili per edilizia pubblica, housing sociale, studentati pubblici.
– Promuovere esperienze di cooperative di abitanti e studentati cooperativi.
– Servizi di prossimità per il sostegno alla non autosufficienza lieve e progetti di welfare culturale per promuovere salute, benessere, inclusione sociale.
LE DICHIARAZIONI
“Pur apprezzando l’ottimo lavoro svolto dall’amministrazione in questi anni, gli stravolgimenti globali che si sono susseguiti nell’ultimo periodo rendono necessario un cambio di passo. Per mantenere una crescita equilibrata e sostenibile della città di Firenze e dei comuni limitrofi è necessario ripensare una politica che migliori la qualità dello sviluppo economico e sociale, partendo prima di tutto dal lavoro – sottolinea il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini -. Per contrastare il lavoro povero chiediamo ormai da tempo che le tariffe degli appalti siano adeguate in maniera automatica all’aumento del costo del lavoro, la fine delle gare d’appalto al “massimo ribasso” e risorse per garantire i rinnovi contrattuali. Sono necessarie inoltre nuove politiche abitative dal basso per far tornare i fiorentini a vivere la città.”
Ha aggiunto il segretario generale di Cgil Firenze Bernardo Marasco: “La crescita del lavoro debole e l’aumento del costo dell’abitare hanno portato all’espulsione delle persone dalla città, impoverendo di saperi il tessuto sociale. Dobbiamo rimettere al centro Firenze città del lavoro e non della rendita, vogliamo una città vivibile per chi ci lavora e un lavoro giusto per poterci vivere. Auspichiamo che questi mesi di campagna elettorale, in vista delle elezioni comunali, siano l’occasione per discutere di progetti e visioni che guardino alle nostre proposte”.