E’ stato firmato mercoledì 17 maggio il protocollo di intesa tra Regione Toscana, Estar, Federsolidarietà, Legacoop sociali-Legacoop Toscana e Associazione generale cooperative italiane (AGCI) per promuovere i rapporti tra le istituzioni pubbliche e la cooperazione sociale di tipo B, cioè quella che si occupa dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. L’atto odierno, che conferma e rinnova un percorso già avviato nel 2010 con l’obiettivo di tutelare l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati, ha una durata di 5 anni rinnovabili.
Per la Regione ha apposto la firma l’assessore regionale a sociale, diritto alla salute e sport Stefania Saccardi, per l’Estar il direttore generale Nicolò Pestelli. Insieme a loro per Federsolidarietà-Confcooperative Toscana il presidente Fabio Palmieri, per Legacoopsociali-Legacoop Toscana Eleonora Vanni e il vicepresidente dell’Associazione generale cooperative italiane della Toscana Federico Pericoli. E’ intervenuto anche Luca Rinaldi, presidente della Consulta regionale sulla Cooperazione sociale.
“L’appuntamento odierno – ha affermato l’assessore a sociale, diritto alla salute e sport Stefania Saccardi – sancisce un passaggio importante nel rapporto tra istituzioni e Cooperazione sociale. In particolare riconosce le Cooperative sociali di tipo B soggetti capaci di promuovere e mettere in atto quella solidarietà organizzata che accompagna, con successo, la revisione del nostro modello di welfare”.
Con questo accordo tra RT, Estar e le rappresentanze della Cooperazione sociale, si intende fare un deciso passo avanti anche per assegnare a queste imprese, che operano nelle cosiddette economie solidali, un ruolo strategico nella tenuta della coesione sociale e nella promozione del benessere nelle comunità toscane. In particolare Estar, come stazione appaltante più importante in Toscana, garantirà una riserva del valore economico dell’8% sugli appalti da assegnare – attraverso le procedure previste – alla cooperazione sociale di tipo B.
“Questo permetterà – ha proseguito l’assessore Saccardi – di offrire opportunità occupazionali reali a quella parte di popolazione che rischia altrimenti di restare a lungo nell’assistenza, garantendo percorsi concreti di inclusione sociale e lavorativa a cittadini che stanno perdendo fiducia e dignità. Ciò che vogliamo in sostanza perseguire insieme alle cooperative è uno sviluppo economico-sociale che ponga al centro le politiche sociali e del lavoro per attuare i diritti di cittadinanza e per una piena integrazione di tutte le categorie di lavoratori. Per tutelare chi è in condizione di svantaggio occorre una politica di incentivazione dell’intero sistema che comprenda insieme alla tutela sociale anche la tutela dei livelli occupazionali”.
L’assessore regionale ha poi ricordato che la Regione Toscana si è già avviata con decisione nella direzione di una rigorosa revisione delle modalità di intervento nel sociale, un sociale allargato che vuole integrare e coordinare le politiche di welfare a partire da quelle del lavoro, della formazione, della salute e della scuola. Di recente è stato presentato il primo rapporto sul Terzo settore e stanno per essere licenziate le nuove linee guida per la programmazione locale. Ai primi di luglio saranno inoltre presentati, per la prima volta insieme, il Profilo sociale e quello sanitario curati rispettivamente dall’Osservatorio Sociale e da ARS.
Su impulso dell’assessore è stato anche costituito un gruppo di lavoro misto Regione-Cooperazione per la modifica della legge regionale sulla cooperazione (87/ 1997) che entro l’estate produrrà un testo da sottoporre alla approvazione della giunta regionale.
Per Eleonora Vanni “oggi si prosegue il percorso iniziato qualche anno fa e si traccia la strada per i prossimi 5 anni. Riteniamo importante che si dia continuità all’impegno della Regione Toscana nel sostenere il contributo delle cooperative sociali di tipo B all’economia regionale e allo sviluppo di una maggiore giustizia sociale in una fase del nostro paese particolarmente critica verso le politiche di promozione umana delle fasce più deboli della popolazione. La Toscana è un’eccellenza nel campo dell’integrazione: con questo protocollo che promuove l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate la regione si dota di uno strumento in più per continuare a porsi come buona pratica a livello nazionale”.