Con la stagione primaverile alle porte si inaugura l’11 marzo 2017 alla Biblioteca Labronica F.D. Guerrazzi un nuovo evento d’arte contemporanea a cura della Cooperativa Itinera e del Comune di Livorno. Gli ampi locali ottocenteschi del primo piano della Villa Fabbricotti ospiteranno i lavori pittorici di un giovane e talentuoso artista livornese, Riccardo Ruberti. Da diversi anni apprezzato per le sue opere, alcune delle quali si trovano oggi in importanti collezioni internazionali come Londra, Abu Dhabi, Amsterdam e Roma, e per la sua attività di docente di pittura ed incisione, Ruberti torna nella sua città con lavori passati e recenti per un’esposizione curata da Nicola Miceli.
Numerose le opere in mostra, circa quaranta tele, la maggior parte delle quali di ampie dimensioni e di ampio respiro estetico ed iconografico, in cui l’occhio del visitatore riesce a spaziare nella campitura infinita dei cieli rappresentati, che Ruberti eleva a protagonisti assoluti dei proprio quadri. L’artista presenta due serie di dipinti tecnicamente molto vicini tra loro e iconograficamente solo in apparenza distanti, perché il tema ideologico e contenutistico rimane sempre il viaggio, l’esplorazione, la conoscenza in ultimo arcaica e misterica. Il viaggio come impulso irrinunciabile e cardine della propria esistenza in terre conosciute o irreali e fantastiche, che affonda le radici in tanta letteratura fantastica da Verne a quella più contemporanea.
La serie dei dipinti Navigazione Celeste, realizzata nel 2012, costituisce un ciclo omogeneo e univoco. La dinamica del viaggio è rappresentata da piccole e coloratissime mongolfiere, pallone areostatico, macchine volanti, deltaplani che alludono solamente alla presenza umana quasi sempre omessa, a vantaggio di scenari celesti che dominano in assoluto lo spazio della tela. Il paesaggio terrestre diventa un puro ancoraggio della composizione, spesso un’isola o un lembo di terra ghiacciata e inospitale, che giustifica le pochissime presenze umane volte a contemplare la volta celeste ed in cerca di una nuova meta, un nuovo orizzonte da raggiungere.
Per questa esposizione in Villa Fabbricotti l’artista presenta anche una serie nuova, realizzata a partire dal 2015 chiamata Inner Place, che nel nome prende in prestito la locuzione Inner Space dello scrittore di racconti di fantascienza James Ballard. La citazione rimanda nuovamente al viaggio, questa volta interiore ed interiorizzato all’interno del proprio io. Un viaggio che diventa una mappa interiore da consumarsi in equilibrio con la natura. L’espressione pittorica di questo contenuto si traduce in un ciclo di ritratti di popolazioni arcaiche, indigene ed antiche come gli aborigeni, rappresentati come esseri fantastici dalla pelle simile alla corteccia degli alberi e fisicamente fusi grazie al tecnicismo magistrale della pittura di Ruberti all’aria che li circonda.