Anche la Toscana immagina la cooperazione di domani. Si è svolta oggi a Firenze presso la Camera di commercio IMMAGINA Toscana, l’Assemblea dei delegati di Legacoop Toscana, tappa “preparatoria” verso la Conferenza programmatica e di organizzazione di Legacoop “IMMAGINA – Costruiamo il futuro della cooperazione”, in programma il 15 e 16 aprile a Roma al Teatro Ambra Jovinelli.
Il 41° Congresso di Legacoop nazionale aveva infatti dato al gruppo dirigente un mandato preciso: rilanciare con forza l’identità del modello cooperativo e i suoi valori ed aprire una nuova stagione di rappresentanza degli interessi cooperativi e di rilancio delle politiche concertative.
“Ci sono momenti in cui una comunità si raccoglie per pensare al proprio futuro – ha detto nella sua relazione il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini -. Oggi la parola che deve guidarci è cambiamento. Di fronte ai cambiamenti climatici, demografici, tecnologici, sociali e quindi economici, il mutualismo può essere il principio cardine per un modello alternativo di produzione e consumo”. Sono tre in particolare le linee di azione da intraprendere indicate dal presidente Negrini: il rinnovamento della rappresentanza, l’impegno culturale, la promozione di nuova cooperazione.
Il documento di Legacoop nazionale, proposto per la discussione nei vari appuntamenti territoriali e settoriali che si stanno svolgendo in questi mesi, dà ampio spazio ai giovani. “Quest’anno ricorrono i 50 anni dalla nascita di Legacoop Toscana. Ricominciamo da quello che seppero fare i cooperatori del 1974 – ha esortato il coordinatore di Generazioni Legacoop Toscana Giovanni Chiesi – mettere insieme l’esperienza e la capacità di un gruppo dirigente cooperativo che si era formato nella resistenza e negli anni del primo dopoguerra con i giovani del baby boom e della contestazione come elemento di vitalità e innovazione organizzativa. Anche nel 2024, nell’associazione e nelle cooperative, abbiamo bisogno di una alleanza tra l’elasticità mentale dei più giovani e l’esperienza dei gruppi dirigenti, per dare il via ad una riscossa cooperativa”.
All’Assemblea hanno preso la parola numerosi cooperatori e cooperatrici e rappresentanti dell’Associazione toscana: Consuelo Buggiani, Betadue; Paolo Limiti, Montalbano Agricola Alimentare Toscana; Jacopo Teodori, Coop Centro Italia; Elisa Rustichini, cooperativa Toniolo, Patrizio Mecacci, Dipartimento Agroalimentare e Pesca di Legacoop Toscana, Massimo Carlotti, Terre dell’Etruria e Dipartimento Agroalimentare e Pesca di Legacoop Toscana, Daniela Vianelli, Coop Itinera e Dipartimento Culturmedia di Legacoop Toscana, Maurizio Pozzi, Sanicoop, Ivan Ferrucci, Dipartimento Produzione e Servizi di Legacoop Toscana, Marco Lami, Unicoop Tirreno, Melina Ricci, cooperativa sociale Di Vittorio, Vincenzo Fazzi, Coop Amiatina, Riccardo Nencini, presidente Cooplat, Andrea Passoni, vicepresidente di Coopfond.
Tanti i temi affrontati nel corso degli interventi dal palco, essenziali nell’ottica di una “rigenerazione cooperativa” e della costruzione di una Legacoop capace di rispondere in modo incisivo ai bisogni dei cooperatori e più in generale delle comunità locali: la tutela del buon lavoro, la giustizia sociale, il rilancio nel mondo contemporaneo dei valori storici del mutualismo, il patto associativo, la sfida della sostenibilità, il ricambio generazionale dei gruppi dirigenti, l’attrattività del modello cooperativo verso i giovani e le donne, la lotta alle disuguaglianze.
“Ripensarsi” significa anche mettere in primo piano la necessità di parlare alle nuove generazioni. “La promozione cooperativa è la sfida più importante che abbiamo di fronte – ha detto la presidente della Fondazione Noi Legacoop Toscana Irene Mangani -. Perché ci sembra così difficile trovare nuovi cooperatori e parlare di cooperazione ai giovani? Nel 1980, nel Vocabolario di base redatto da Tullio De Mauro, la parola ‘cooperativa’ risultava presente tra le parole fondamentali, quelle comuni a tutte le classi sociali, a tutti i territori e gradi di studio, nella versione aggiornata del 2016 invece la parola è scomparsa. Cosa ci dice questa assenza? Vuol dire che dobbiamo ricominciare da zero o quasi, con la diffusione della cultura cooperativa: per molti anni abbiamo preso in prestito il linguaggio aziendalista perdendo quelle che sono le specificità del modello cooperativo, ma ora è arrivato il momento di ricostruire un linguaggio comune, perchè per far nascere nuove cooperative abbiamo bisogno che le persone sappiano cosa sono”.
“IMMAGINA è il tentativo di rimettersi in discussione, nella consapevolezza di rappresentare una parte importante del mondo economico italiano ma anche sapendo che questo non ci può bastare – ha detto il presidente di Legacoop nazionale Simone Gamberini concludendo l’assemblea – . Occorre capire se e come quei valori che pensiamo di rappresentare sono ancora attuali e costruire insieme un nuovo percorso dando un valore diverso alla nostra Carta dei valori, decidendo se e come vogliamo svolgere un ruolo nella società. Dobbiamo trasformare la nostra tensione identitaria in una mutazione ‘genetica’, passando da una dimensione di rappresentanza che tutela le imprese in quanto imprese alla riscoperta di una dimensione più politica, che impone su alcuni temi una Agenda cooperativa. Questo significa porre alle istituzioni e alla società temi e visioni, anche per costruire alleanze con i soggetti che condividono il ricorso alla cooperazione come possibile soluzione ad alcuni dei bisogni emergenti nel Paese. Dobbiamo essere capaci di introdurre alcune parole nel vocabolario del Paese, ma anche di cambiare il nostro, laddove necessario”.
Programma 15 marzo