Il delivery a Firenze cambia volto e le consegne a domicilio dovranno essere nel segno della legalità, della sostenibilità ambientale e sociale ma soprattutto “etiche”. È lo scopo del protocollo d’intesa promosso dall’assessorato al lavoro del Comune di Firenze e sottoscritto dal Comune di Firenze, Camera di Commercio, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, Legacoop Toscana e le associazioni di categoria Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Cna.
Grazie a questo patto tutti i protagonisti del settore consegne a domicilio (imprese e lavoratori) puntano alla legalità, a migliorare la sicurezza dei riders e ad usare mezzi ecologici per le consegne.
“Abbiamo lavorato a lungo per questo protocollo importantissimo perché segna un passo avanti decisivo nelle consegne a domicilio. Per la prima volta si sono messe intorno ad un tavolo le realtà datoriali, ovvero negozi o attività che devono organizzare e fare le consegne, con le realtà sociali, ovvero coloro che lavorando devono materialmente fare le consegne per fare un patto sulla legalità del lavoro e la sostenibilità sociale e ambientale” ha detto l’assessore al lavoro del Comune di Firenze Benedetta Albanese, che ha promosso il protocollo, firmato stamani alla presenza di tutti le associazione e categorie coinvolte, del presidente del consiglio comunale Luca Milani e della presidente della commissione lavoro Laura Sparavigna. “Con questa firma si condividono i principi etici che da un lato tutelano il lavoro – ha aggiunto Albanese – e dall’altro possono consentire lo sviluppo delle nostre piccole e medie imprese sul territorio. Sigliamo oggi un patto molto importante, base solida per un sistema di consegne a domicilio che sia etico. La sfida è superare un modello che vede grandi player internazionali fare ampi margini di profitti a discapito dell’esercente locale e a discapito del guadagno dei rider e della loro sicurezza”.
Il protocollo
Partendo da queste premesse, Comune di Firenze, Camera di Commercio, Cgil Firenze, Cisl Firenze, Uil Firenze, Legacoop Toscana, Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e Cna sottoscrivono il patto per lo sviluppo di un market place locale e trasparenza nelle consegne che crei maggiore consapevolezza nel consumo e consenta a ciascuno di scegliere attività che abbiano una impronta etica, con attenzione al proprio impatto sociale e ambientale.
Fornire un servizio di delivery etico per le consegne significa usare società o cooperative di delivery (o il personale dipendente dell’esercente) che si impegnino ad attuare i principi a tutela dell’impatto sociale e ambientale. In questo modo si sostiene lo sviluppo di uno strumento di acquisto digitale e consegna a domicilio che possa diventare un’alternativa locale e sostenibile e contrastare fenomeni di illegalità e sfruttamento del lavoro emersi nel settore.
I punti del protocollo:
- garantire al consumatore la trasparenza della filiera e le informazioni su chi ha preso in carico la consegna.
- Le società o cooperative di delivery devono avere alcuni requisiti minimi fra cui coperture assicurative, previdenziali, normative e salariali previste dalla legge e dai vari contratti nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali che contengano la figura del rider. Si punta su un corrispettivo orario e algoritmi trasparenti e si vieta l’uso di ranking reputazionale e classifica dei fattorini in base ai giudizi dei clienti o ai tempi di esecuzione della prestazione; le occasioni di lavoro devono essere ripartite con una modalità equa e trasparente. Divieto poi di discriminazione e riconoscimento dei diritti sindacali.
- Nel patto grande rilievo ha anche il rispetto delle norme di sicurezza e salute previste dalla normativa nazionale e regionale.
- Utilizzo di mezzi ecologici per le consegne (biciclette, ebike, motorini elettrici, cargo bike) da incentivare nell’ottica di arrivare nel medio periodo ad un modello di delivery ambientalmente sostenibile.
I firmatari
Bernardo Marasco, segreteria Cgil Firenze: “Firenze si conferma in prima fila nella battaglia per i diritti dei rider: con questo protocollo si fa un altro passo in avanti. Abbiamo cercato di creare le condizioni per cui nel settore dei servizi a domicilio si qualifichi il lavoro e si tuteli chi lavora, contro ogni deregolamentazione e sfruttamento. Alla base del progetto c’è una vera e propria idea di sviluppo di una economia di prossimità, in un sistema esercenti-logistica-distribuzione, basata sul rispetto dei diritti di lavoratori e lavoratrici”.
Erika Caparrini, segreteria Cisl Firenze-Prato: “In un mondo del lavoro sempre più attento all’ecologia, al digitale e all’economia di prossimità, noi abbiamo cercato di porre questi aspetti come valore di sviluppo del nostro territorio, ma con al centro la persona e la comunità: lavoro subordinato, regolari versamenti contributivi, riconoscimento dei diritti sindacali, divieto di ranking reputazionale e algoritmi trasparenti.”
Leonardo Mugnaini, Coordinatore Uil Firenze: “Come organizzazioni sindacali riteniamo questo patto un punto di partenza, per un settore lavorativo nato senza nessuna regola e che ha sfruttato e messo a repentaglio la sicurezza di chi vi opera. Inquadramento come lavoratori subordinati, abolizione dell’algoritmo di chiamata, formazione continua, sono solo i tasselli di base per proseguire il percorso di regolamentazione della figura del rider, che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale di addetti”.
Irene Mangani, vicepresidente di Legacoop Toscana: “Come Legacoop Toscana non possiamo che accogliere con favore la firma di questo protocollo. In questi anni abbiamo supportato la nascita di due giovani cooperative che operano nel campo del delivery: CycloLogica, che effettua consegne ecologiche su due ruote e Robin Food, che si propone come alternativa locale e sostenibile ai grandi colossi del food delivery. Con questa firma rinnoviamo il nostro impegno per un modello di delivery etico, rispettoso dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori e non vediamo l’ora che si sviluppi il market place locale”.
Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze: “La consegna a domicilio, diventata protagonista durante la pandemia, è importante che assuma connotati strutturalmente sempre più etici e socialmente equi. La firma del patto sul delivery è importante perché consente di dare una base per garantire più dignità a questa tipologia di lavoro, contribuendo a contrastare fenomeni di illegalità e di sfruttamento”.
Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze: “La Costituzione italiana descrive la responsabilità sociale d’impresa con parole chiare: ‘Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’. È con questo spirito che come Confartigianato Firenze aderiamo a questo protocollo, auspicando che tutte le piccole e medie imprese fiorentine – da sempre attente all’impatto sociale e ambientale – facciano altrettanto”.
Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana: “La pandemia ha accelerato il cambiamento di tanti stili di consumo facendo esplodere il fenomeno delle consegne a domicilio. I suoi effetti richiedono una condivisione di responsabilità sociale da parte di tutti (enti locali, imprese, sindacati), perché si traducono in nuove forme di lavoro ma anche di traffico e mobilità. Era quindi giusto provare a mettere ordine nel settore anche a livello locale, in attesa di normative nazionali e comunitarie che lo inquadrino meglio”.
Santino Cannamela presidente Confesercenti Città di Firenze: “Con due anni di lockdown è sensibilmente aumentato il mercato delle consegne a domicilio anche in città e il trend di crescita resta tale anche adesso che stiamo finalmente tornando a vivere una situazione di normalità diffusa. Ecco perché urge affrontare la materia rilanciando i temi della dignità del lavoro, della tutela ambientale, dell’impatto sociale e della sostenibilità”.
Luca Tonini, presidente CNA Città di Firenze: “Apprezziamo lo sforzo profuso dall’assessora Albanese volto a sensibilizzare gli operatori economici e la cittadinanza su di una materia che riguarda ormai un segmento consistente del mercato. Il protocollo firmato dalle associazioni e dai sindacati non si ferma solamente a un aspetto simbolico e contiene tutti gli elementi per poter rendere operativo un nuovo modello locale di delivery market più equo e sostenibile”.