È stato siglato stamattina un protocollo tra Regione Toscana, Anci Toscana, centrali cooperative, cooperative di comunità e gli oltre venti Comuni dove queste sono nate, con l’obiettivo di dar vita ad una rete: uno strumento per individuare tutti insieme un percorso di lavoro che sia capace di rafforzare e migliorare l’esperienza fin qui fatta, ciascuno con un impegno preciso da portare avanti.
“Si tratta di uno strumento importante perché è uno stimolo alla partecipazione attiva dei cittadini – ha commentato Irene Mangani, presente questa mattina per Legacoop Toscana – ie la risposta molto forte che arriva dai territori ci fa ben sperare. Il protocollo mira proprio a dare sostegno a chi vuole mettersi in gioco. Siamo contenti di questo ulteriore passo in avanti e crediamo che si stia andando nella direzione giusta”.
“Con la costituzione di una vera e propria rete toscana della cooperazione di comunità si consolida ulteriormente un modello innovativo che fin da subito ha riscontrato una grande adesione sui territori, dimostrando di saper intercettare dei bisogni reali – aggiunge Mangani – Come Legacoop Toscana ci impegneremo in particolare a favorire un’attività di formazione e informazione nei confronti delle cooperative di comunità per rafforzare le competenze dei cooperatori e ad operare nelle sedi nazionali competenti affinché si possa arrivare ad un’adeguata normazione della cooperazione di comunità”.
“Come Regione, in collaborazione con le centrali cooperative, ci prenderemo cura della formazione dei soci attivi di queste cooperative, che è un bisogno emerso in questo anno di sperimentazione – ha spiegato l’assessore alla presidenza e alla partecipazione della Regione Toscana, Vittorio Bugli -. Allestiremo anche un desk per dare informazioni a chi una cooperativa la vuole costituire, per risolvere dubbi che si presentassero lungo il percorso a quelle già costituite e per dare loro tutte le informazioni circa i fondi di sostegno e comunitari utili per realizzare di nuovi progetti. Stiamo allestendo anche un sito: uno spazio web per promuovere le attività delle cooperative di comunità ma che sia anche di interscambio di notizie. Perché una cosa è evidente: ciascuna di queste esperienze è più forte se si tengono tutte insieme”.
Un secondo bando sulle cooperative di comunità da 740 mila euro – c’è tempo fino al 28 febbraio per le domande – è stato pubblicato a gennaio 2019 e non si rivolge solo a cooperative di aree montane od interne, ma anche ad aree metropolitane o periferie urbane caratterizzate da minore accessibilità sociale, economica e di mercato che si traduce in rarefazione di servizi.
“Le cooperative di comunità sono sicuramente un esempio di economia collaborativa, su cui in questa legislatura abbiamo lavorato su più fronti – spiega ancora Bugli – Finanziare i loro progetti è stato un modo per provare ad invertire il trend di spopolamento e impoverimento delle aree più marginali della Toscana. Diventano anche un’occasione per gestire beni comuni”. “La rete a cui daremo vita col protocollo, aperto, firmato oggi – ha aggiunto l’assessore regionale – aiuterà a scambiare buone prassi e a sostenere processi pubblici di innovazione civica e sociale. Servirà anche a promuovere lo sviluppo di competenze collettive”. Con il protocollo nascerà anche una sorta di marchio di qualità delle cooperative di comunità toscane. “Ci impegneremo inoltre – spiega Bugli – per una loro adeguata normazione in sede di Conferenza delle Regioni e Province autonome e nelle sedi nazionali competenti. Vogliamo anche stimolare un dibattito in seno all’Unione europea, sulle cooperative di comunità e più in generale sull’economia collaborativa”.
“Il modello che si è realizzato è di grande interesse – ha rimarcato Simone Gheri per Anci Toscana –: uno strumento utile per aiutare i cittadini a restare in territori oggi marginali, sostenere le economie locali ma anche riattivare tutta una serie di servizi”.
“Il protocollo ci aiuterà a fare un passo in avanti e consolidare questa esperienza che crea valore sociale ma anche economico” sottolineato Claudia Fiaschi di Confcooperative.
“La Toscana ha il primato di aver affrontato, tra le prime, anche un percorso normativo” ha aggiunto Alessandro Giaconi dell’Associazione generale cooperative italiane.