Ricavi su del 34% nel 2022 per Agribios, la cooperativa agricola di Chiesina Montalese (Pistoia) che recupera e valorizza gli scarti verdi di aziende agricole prevalentemente del Distretto vivaistico-ornamentale pistoiese e che conta adesso oltre 230 soci. L’assemblea della cooperativa ha approvato il bilancio consuntivo 2022. Nel 2022 Agribios ha superato 1 milione e 400 mila euro di fatturato e continua a crescere allo stesso passo nei primi mesi del 2023.
“Il consuntivo del 2022 conferma che il ritmo di crescita della nostra attività è intatto, segno che i vivaisti del distretto pistoiese, che rappresentano circa il 90% dei nostri conferimenti, apprezzano il nostro lavoro di valorizzazione degli scarti agricoli e questo ci gratifica. Ma abbiamo dovuto fare molti investimenti per stare dietro alla crescita della domanda del nostro servizio e per garantire gli standard di qualità, sostenibilità e trasparenza richiesti in questo comparto oggi. E altri ne dovremo fare, in questo caso con il supporto pubblico, qualora si concretizzassero le prospettive di estendere (e adattare) il servizio agli scarti vegetali fuori dal settore agricolo” ha detto la presidente di Agribios Stefania Marchionni.
Come illustrato dal commercialista Sandro Venturi, consulente di Agribios, il conto economico del 2022 ha registrato una forte crescita dei ricavi, pari a oltre il +34% rispetto al 2021: da 1 milione e 60 mila dell’anno scorso a 1 milione e 426 mila euro del 2022. Una crescita che fa seguito all’incremento di ricavi del 39% che c’era stato l’anno precedente rispetto al 2020. Specularmente c’è stato un aumento dei costi della produzione, che sono passati 1 milione e 2 mila euro del 2021 a 1 milione e 324 mila del 2022. A rendere possibile questa crescita anche gli investimenti che tra il 2020 e il 2022, ha detto Venturi, si sono attestati intorno a 400 mila euro. L’utile del 2022, accantonato a riserva, è stato di oltre 70 mila euro (+88% sul 2021), mentre il patrimonio netto è passato da 208 mila euro del 2020 ai 323 mila di fine 2022.
A questa crescita di fatturato, ha spiegato a margine dell’assemblea il direttore dell’impianto di Agribios Paolo Fedi, corrisponde un aumento della quantità di materiale ricevuto e sottoposto a lavorazione: passato da 30.500 metri cubi del 2021 a 37.830 del 2022, con una crescita di circa il 24%. Fedi ha spiegato anche che il trend di crescita sta proseguendo allo stesso ritmo nel 2023.
Il consulente Federico Di Cara ha ricordato che il suo servizio principale è «valorizzare lo scarto verde e dargli una seconda vita recuperando tutti quelli che sono gli elementi della pianta: “Oggi – ha aggiunto Di Cara – la principale attività è circoscritta su circa 3500 metri quadri, ma si sta procedendo all’ampliamento: i terreni limitrofi sono stati acquisiti, anche se uno è ancora in fase di contrattualizzazione, per dare la possibilità alla cooperativa di lavorare al meglio e di ampliare il servizio”.
Il direttore dell’impianto Paolo Fedi ha confermato quanto detto da Di Cara e sottolineato che «la maggior parte degli investimenti annunciati nell’assemblea del 2022 per acquistare terreni e macchinari e adeguare i terreni sono stati realizzati». E sull’ampliamento della sede, ha detto, «a giorni dovremo avere la possibilità di incominciare a fare i piazzali o almeno in parte perché le burocrazie urbanistiche richiedono molto tempo». «È chiaro – ha detto Fedi – che la strada è ancora lunga, perché intercettiamo solo una piccola parte dei prodotti locali e quindi c’è ancora molto da fare. Il nostro impegno è riuscire sempre più a reimpiegare questi materiali del vivaismo della nostra provincia». Tuttavia «stiamo valutando anche la possibilità di mettere in campo qualche azione per poter valorizzare e recuperare gli sfalci e ramaglie provenienti non dal mondo agricolo. È una cosa che ci è stata caldeggiata, perché manca. Ma è difficile da interpretare sul piano normativo. Però la stiamo studiando e se va bene sarà sviluppata insieme a Comune e Regione Toscana».
Franca Ballaben e Claudia Regazzoni dell’ente di certificazione indipendente norvegese DNV hanno consegnato alla presidente di Agribios Stefania Marchionni il certificato di conformità alla norma ISO 14001 riguardante il sistema di gestione ambientale.
Cristina Atzeni di Pegaso Network e Beatrice Bettini, vice presidente di Moca Future Designers, una società cooperativa sociale nata come spin off dell’Università di Firenze, hanno illustrato il percorso intrapreso da Agribios per arrivare al “bilancio sociale” 2022. Meta che dovrebbe essere raggiunta entro fine 2023.
Patrizio Mecacci di Legacoop Toscana ha ricordato il sostegno di Legacoop alla risoluzione di tutte le problematiche che questa cooperativa “ibrida” ha dovuto e deve affrontare nel suo sviluppo e si è messo a disposizione anche per ragionare su come eventualmente realizzare l’estensione dei servizi di Agribios fuori dal perimetro dell’agricoltura. Ma poi ha fatto un appello ai vivaisti del Distretto pistoiese a un maggiore sforzo per contribuire alla capitalizzazione di Agribios, “che resta piuttosto bassa”. Altrettanto importante per Mecacci è l’allargamento della base associativa di Agribios, in modo da farla diventare ancora “più cooperativa”.
L’assessore alle politiche ambientali, i rifiuti e il vivaismo del Comune di Pistoia Gabriele Sgueglia ha detto che Agribios è un «esempio assolutamente positivo» di economia circolare che può diventare il fiore all’occhiello del territorio pistoiese ed è una conferma dell’incapacità del settore pubblico di stare al passo con il grado d’innovazione del settore privato. Sgueglia ha ricordato che con il sindaco di Pistoia Tomasi hanno avviato da qualche mese un’interlocuzione con Agribios e hanno informato anche Alia di questa realtà, perché con le opportune condizioni normative potrebbe rappresentare una soluzione alla gestione degli scarti verdi non agricoli nel territorio pistoiese.
Anche Federica Fratoni, consigliera regionale ed ex assessore regionale all’ambiente, ha riconosciuto che è il momento che le istituzioni che producono leggi risolvano la mancanza di chiarezza e i vuoti interpretativi che ci sono nella gestione dei rifiuti. Per Fratoni ci vuole un intervento anche regionale, perché la normativa sui sottoprodotti richiede di essere tarata sulle specificità dei differenti distretti produttivi e territori. Fratoni ha poi ricordato agli imprenditori l’importanza anche a loro tutela delle scelte di trasparenza di Agribios, alla luce dei rischi interpretativi che ancora esistono per i conferitori nell’applicazione della normativa dei rifiuti con riferimento al regime del sottoprodotto. Infine ha detto che Agribios “può e deve dare risposte anche al tema della chiusura virtuosa del trattamento, come diceva l’assessore Sgueglia, del ciclo dei rifiuti urbani organici”.